Il Gazzettino del 19 febbraio 2015 dedica un articolo a Tecnest e ai risultati del 2014: + 17% di fatturato e oltre 30 nuovi progetti!
17.02.2015
Flessibilità, rapidità, resilienza sono tra le parole chiave più ricorrenti di questi ultimi anni: il cambiamento oramai non è più un’eccezione ma sta diventando una costante e la capacità di adattarsi ai continui mutamenti del mercato è diventata una condizione necessaria per poter competere sul mercato. Questo vale anche (e soprattutto) nella gestione dei progetti, in particolare nell’ambito dei progetti di miglioramento dei processi aziendali e di implementazione di sistemi di Supply Chain Management.
A causa della sempre maggiore complessità organizzativa e dell’estensione e “virtualizzazione” delle supply chain, infatti, anche la gestione di questi progetti sta diventando sempre più complessa; le aziende si aspettano risultati tangibili in tempi sempre più rapidi, in un contesto in cui le variabili in gioco possono continuamente cambiare (situazione di mercato, esigenze degli stakeholder, risorse, requisiti di progetto). Ecco quindi che crollano alcuni principi e modelli del project management “tradizionale”, legati alla stabilità dei requisiti iniziali e ad una pianificazione attenta e puntuale di tutte le attività e risorse a disposizione. Accettare il cambiamento come regola e non come imprevisto implica adottare nuove metodologie: da qui nasce la disciplina dell’Agile Project Management.
I metodi agili nascono nell’ambito dello sviluppo software a metà degli anni ’90, con l’obiettivo di consegnare del software di qualità in modo rapido e flessibile.
Il Manifesto dello Sviluppo Agile (2001) sintetizza i principi di questa metodologia con quattro frasi:
In ciascuna frase, nonostante si riconosca l’importanza degli elementi a destra, si dà maggiore rilievo a quelli a sinistra.
Mentre le metodologie di Project management tradizionali (cosiddetto approccio “Waterfall”), hanno l’obiettivo di combattere e tenere sotto controllo l’incertezza, la metodologia di Agile Project Management considera il cambiamento come parte del gioco, se lo aspetta. Più che a pianificare dall’inizio e a controllare l’andamento dei vari step di progetto rispetto al piano, quindi, un progetto gestito con metodologia agile punta a gestire l’adattamento attraverso la divisione del progetto in sotto-parti (feature) e tramite la gestione di rapide iterazioni e relativi feedback. Tutto ciò senza però perdere di vista il quadro (la “big picture”) del progetto.
Nell'articolo pubblicato da Tecnest tra le Topic Disclosure "Supply Chain Management Insight" del 17 febbraio 2015, promosso dal portale di riferimento per la supply chain e la gestione della produzione e della logistica (www.scm-portal.net), vengono evidenziati i principi e le caratteristiche della metodologia Agile per il Project Management e, in particolare, la sua applicazione a progetti di Supply Chain Managemement.
Leggi l'articolo completo pubblicato su SCM Portal.
Veronica Peressotti - Tecnest
Incontro con Damiana Kralj, executive coach, coach mentor, supervisor e trainer, venerdì 20 febbraio 2015, ore 14.00-18.00 presso la sede Tecnest.
L’importanza dell’approccio del coaching per l’efficacia del project manager
L'evento organizzato dal Branch Friuli Venezia Giulia del Project Management Institute – Northern Italy Chapter in collaborazione con Tecnest vuole mettere in luce come le aree di conoscenza del coaching si rivelino particolarmente utili per sviluppare le soft skill del project manager, che si distinguono sempre più come gli elementi in grado di fare la differenza nella gestione di progetto e, in particolare, nella gestione degli stakeholder.
Scarica la brochure con la presentazione e il programma dell'evento.
Come iscriversi: L’accesso all’evento è aperto a tutti: la partecipazione è gratuita per i soci PMI-NIC, mentre prevede corresponsione della quota d’iscrizione di 15 euro da parte dei non soci.
Per tutti è necessario iscriversi compilando la scheda sul sito www.pmi-nic.org entro il 18 febbraio 2015. Numero posti disponibili: 50.
Relatore: Damiana Kralj, accreditata dall’ICF come Professional Certified Coach,collabora, all’interno di organizzazioni e multinazionali in Italia e all’estero, con imprenditori, professionisti e gruppi di lavoro per facilitarne la crescita come leader, espandendone la flessibilità mentale e culturale, e facendo sì che operino al loro meglio.
Oltre all’attività di coaching, sviluppa moduli formativi e training aziendali, attingendo alle sue precedenti esperienze professionali nel mondo della finanza internazionale, nel settore delle fusioni e acquisizioni, e quale consulente aziendale.
Collabora a progetti sociali per sostenere e incrementare la crescita personale di individui e gruppi in difficoltà. Forma nuovi coach e, in qualità di coach supervisor e mentor, segue lo sviluppo di coach professionisti affinandone le competenze nell’ambito della preparazione per gli esami di qualifica ICF. Lavora in italiano, inglese e sloveno.
Dati confortanti dal Centro Studi di Sistema Moda Italia: nel 2014 il fatturato complessivo del comparto tessile italiano chiude a +3,8%.
Il fatturato complessivo del settore torna infatti sopra gli 8 miliardi di euro. I risultati sono confermati anche dalla crescita della produzione industriale, che, secondo le stime del Centro Studi Smi, depurata dalle vendite di prodotti importati, risulta del +2,9 per cento.
Un risultato determinato anche dalla ripresa della domanda interna (+4,4%). Anche l'export cresce del 3,3%, con un valore di 4,4 miliardi di euro, e si concentra verso gli Stati Uniti complice lla discesa dell'euro rispetto al dollaro. In calo invece le esportazioni verso Cina (-9,6%) e Hong Kong (-11,9%).
Per maggiori informazioni si legga l'articolo su Repubblica
Dati confortanti dal Centro Studi di Sistema Moda Italia: nel 2014 il fatturato complessivo del comparto tessile italiano chiude a +3,8%.
Il fatturato complessivo del settore torna infatti sopra gli 8 miliardi di euro. I risultati sono confermati anche dalla crescita della produzione industriale, che, secondo le stime del Centro Studi Smi, depurata dalle vendite di prodotti importati, risulta del +2,9 per cento.
Un risultato determinato anche dalla ripresa della domanda interna (+4,4%). Anche l'export cresce del 3,3%, con un valore di 4,4 miliardi di euro, e si concentra verso gli Stati Uniti complice lla discesa dell'euro rispetto al dollaro. In calo invece le esportazioni verso Cina (-9,6%) e Hong Kong (-11,9%).
Per maggiori informazioni si legga l'articolo su Repubblica
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