DMM, la pianificazione personalizzata per progetti su misura con J-Flex

29.09.2016 Articolo, Logistica Management

Tra le belle colline marchigiane si trova un'azienda tutta italiana specializzata nella lavorazione del metallo per il settore dell’arredamento, e non solo.

E' la DMM spa, una realtà dove tecnica e creatività, artigianalità e industria convivono in armonia per realizzare prodotti unici e di design.

In un contesto produttivo dove le lavorazioni manuali e la competenza delle persone rappresentano il valore aggiunto, risulta fondamentale pianificare e gestire i processi di produzione tenendo conto dei vincoli legati, non solo alla disponibilità di materiali e attrezzature, ma anche alle competenze degli specialisti.

Per questo motivo DMM ha deciso di affidarsi a Tecnest e al software di pianificazione e schedulazione J-Flex APS per gestire tutte queste variabili e vincoli, effettuare simulazioni sul piano, generare e modificare in real-time il piano di produzione. Ciò ha permesso di avere una completa visibilità su processi e risorse, migliorare l’affidabilità delle date di consegna, ridurre del 30% i tempi per la creazione del piano di produzione e migliorare l’efficienza globale in fabbrica.

La rivista Logistica Management ha voluto raccontare gli obiettivi, le caratteristiche e i risultati di questo innovativo progetto di pianificazione e schedulazione della produzione attraverso un'intervista a Giacomo Frulla, Marco Lisei e Samuel Falconi di DMM e Filippo Tonutti di Tecnest.

Scarica l'intervista completa pubblicata su Logistica Management di Settembre 2016!

Articolo DMM Tecnest Pianificazione produzione

Re-thinking the role of supply-chains: incontro e dibattito con la prof.ssa Janet Godsell

  • 28-09-2016

Il 27 settembre 2016 abbiamo partecipato, in qualità di sponsor, ad un interessante incontro e dibattito sull'evoluzione del ruolo della supply chain in relazione ai nuovi trend di mercato, organizzato da SCM Portal all'interno dell'iniziativa Supply Chain Innovation HUB.

A condurre il dibattito la prof.ssa Janet Godsell dell'Università di Warwick, docente di Supply Chain e Operations Strategy, che ha proposto una brillante sintesi sui principali trend che stanno coinvolgendo il manifatturiero, la supply chain e il mondo economico in generale.

Janet GodsellJanet Godsell ha racchiuso questi aspetti in 5 parole chiave che sono state oggetto della presentazione e del dibattito tra i presenti:

  • Industry 4.0
  • Circular Economy
  • Omnichannel
  • Market Mediation
  • Consumption Driven Supply Chain.

Temi apparentemente diversi ma che in realtà, come ha sottolineato la prof.ssa Godsell, sono parte di uno stesso grande processo di cambiamento al quale stiamo assistendo e assisteremo nel prossimo futuro. Per questo, pur essendo aspetti distinti, non vanno esaminati separatamente ma affrontati in modo congiunto.

Cosa ci siamo portati a casa: i punti chiave

I temi toccati sono quindi stati molti ed è difficile riassumere il contenuto dell'intero dibattito. Possiamo però provare a riprendere i punti chiave segnati sul blocco degli appunti, riportando alcuni spunti e considerazioni emerse.

1. Industry 4.0

Nei dibattiti in corso sul tema dell'Industry 4.0 si tende a focalizzarsi sulle nuove tecnologie coinvolte in questo paradigma, in realtà per fare il salto verso la quarta rivoluzione industriale non serve solo la tecnologia ma bisogna ripensare i propri processi di business. Industry 4.0 è un nuovo paradigma dove l'innovazione tecnologica e l'innovazione nei processi generano, assieme, nuovi modelli di business per l'azienda manifatturiera e per il sistema economico in generale.

2. Circular Economy

Con questo termine generalmente si intende un sistema economico in cui i flussi di materiali, sia biologici sia tecnici, sono pensati per potersi autorigenerare e in cui i prodotti, i componenti e i materiali sono progettati con l'obiettivo di estendere il più possibile la loro durata o di poterli ricondizionare, riciclare e rigenerare, riducendo la produzione di rifiuti.
Anche in questo caso non si parla semplicemente di riciclo dei materiali ma di cambiare il modello di business delle imprese. Il vantaggio competitivo non dovrà più basarsi sul prodotto in sè, e quindi sulla sua sostituzione, ma sui servizi ad esso connessi.
Per fare questo è necessario anche un cambio di mentalità nel consumatore: dobbiamo cambiare la nostra percezione per cui, a parità di performance e funzionalità, un prodotto nuovo debba per forza essere migliore e superiore ad uno vecchio.

Circular economy

3. Omnichannel

Il concetto di "omnichannel", spesso associato all'ambito retail, si riferisce in realtà a un modello di business  trasversale che mette assieme diversi canali di fornitura, di vendita e di comunicazione, sia fisici sia virtuali, con l'obiettivo di migliorare la customer experience. Attraverso l'utilizzo di diversi canali quali location fisiche, web, social network, mobile app ecc., il consumatore è in costante contatto con l'azienda e con il prodotto/brand e, viceversa, l'azienda può entrare in contatto con il consumatore e raccogliere dati e informazioni relative alle abitudini di acquisto.

Questo ha un impatto non solo in termini di marketing ma anche sulla pianificazione della domanda e sulla gestione dell'intera supply chain.

4. Market Mediation

Negli ultimi anni abbiamo assistito all'emergere di nuovi modelli di business della cosiddetta "sharing economy" che, attraverso l'uso di applicazioni web o mobile app, facilitano transazioni di beni e servizi tra privati o altre aziende. Queste nuove imprese di fatto si pongono come mediatori tra domanda e offerta di mercato. Il successo di questi nuovi modelli dipende da alcuni fattori quali il drastico abbassamento delle barriere all'entrata in determinati settori, anche grazie all'ausilio delle nuove tecnologie (ad esempio, se un tassista doveva necessariamente sapere a memoria le strade di una città, ora, con uno smartphone, questa conoscenza è a disposizione di tutti), la praticità di accesso e la convenienza economica del servizio per il consumatore/utente finale.

5. Consumption-driven supply chain

Come anticipare cambiamenti nelle abitudini di consumo?
Ad esempio si assiste oggi a una tendenza dei consumatori a fare la spesa più frequentemente in piccoli supermercati sottocasa, piuttosto che una sola volta alla settimana in grandi centri commerciali. Questo nuovo trend può danneggiare le grosse catene che hanno investito in grandi infrastrutture. E' quindi importante conoscere il consumatore e seguire le sue abitudini di acquisto nel tempo.

Come capire se il consumatore usa effettivamente il prodotto/servizio nel modo in cui era stato pensato dall'azienda?

Entrambe queste informazioni possono essere a disposizione delle aziende grazie anche alle nuove tecnologie, come ad esempio l'Internet of Things. Attraverso dispositivi IoT inseriti all'interno dei prodotti o dei negozi, è possibile, da un lato, fornire istruzioni al consumatore sull'utilizzo corretto di un prodotto e, dall'altro, raccogliere informazioni sulle abitudini di consumo.
Avere a disposizione queste informazioni, attraverso i molteplici canali online e offline (il concetto è infatti strettamente collegato a quello di Omnichannel) avrà impatti notevoli sulla supply chain e sui processi operations e produttivi. Si passerà da una gestione tradizionale a una supply chain "consumption-driven" dove il vantaggio competitivo si baserà sulla capacità di rispondere in tempo reale alle esigenze dei consumatori, di pianificare in modo flessibile i flussi di approvigionamento, produzione e fornitura attraverso la collaborazione e la condivisione di informazioni tra i diversi nodi e attori della supply chain.

Janet Godsell Supply Chain Innovation HUB

Spunti interessanti che lasciano aperto il dibattito e che ci fanno intravedere un futuro dove tecnologie, persone, organizzazioni e processi verranno coinvolti in un processo di cambiamento che è appena incominciato.

______

Veronica Peressotti

Tecnest

Re-thinking the role of supply-chains: incontro e dibattito con la prof.ssa Janet Godsell

  • 28-09-2016

Il 27 settembre 2016 abbiamo partecipato, in qualità di sponsor, ad un interessante incontro e dibattito sull'evoluzione del ruolo della supply chain in relazione ai nuovi trend di mercato, organizzato da SCM Portal all'interno dell'iniziativa Supply Chain Innovation HUB.

A condurre il dibattito la prof.ssa Janet Godsell dell'Università di Warwick, docente di Supply Chain e Operations Strategy, che ha proposto una brillante sintesi sui principali trend che stanno coinvolgendo il manifatturiero, la supply chain e il mondo economico in generale.

Janet GodsellJanet Godsell ha racchiuso questi aspetti in 5 parole chiave che sono state oggetto della presentazione e del dibattito tra i presenti:

  • Industry 4.0
  • Circular Economy
  • Omnichannel
  • Market Mediation
  • Consumption Driven Supply Chain.

Temi apparentemente diversi ma che in realtà, come ha sottolineato la prof.ssa Godsell, sono parte di uno stesso grande processo di cambiamento al quale stiamo assistendo e assisteremo nel prossimo futuro. Per questo, pur essendo aspetti distinti, non vanno esaminati separatamente ma affrontati in modo congiunto.

Cosa ci siamo portati a casa: i punti chiave

I temi toccati sono quindi stati molti ed è difficile riassumere il contenuto dell'intero dibattito. Possiamo però provare a riprendere i punti chiave segnati sul blocco degli appunti, riportando alcuni spunti e considerazioni emerse.

1. Industry 4.0

Nei dibattiti in corso sul tema dell'Industry 4.0 si tende a focalizzarsi sulle nuove tecnologie coinvolte in questo paradigma, in realtà per fare il salto verso la quarta rivoluzione industriale non serve solo la tecnologia ma bisogna ripensare i propri processi di business. Industry 4.0 è un nuovo paradigma dove l'innovazione tecnologica e l'innovazione nei processi generano, assieme, nuovi modelli di business per l'azienda manifatturiera e per il sistema economico in generale.

2. Circular Economy

Con questo termine generalmente si intende un sistema economico in cui i flussi di materiali, sia biologici sia tecnici, sono pensati per potersi autorigenerare e in cui i prodotti, i componenti e i materiali sono progettati con l'obiettivo di estendere il più possibile la loro durata o di poterli ricondizionare, riciclare e rigenerare, riducendo la produzione di rifiuti.
Anche in questo caso non si parla semplicemente di riciclo dei materiali ma di cambiare il modello di business delle imprese. Il vantaggio competitivo non dovrà più basarsi sul prodotto in sè, e quindi sulla sua sostituzione, ma sui servizi ad esso connessi.
Per fare questo è necessario anche un cambio di mentalità nel consumatore: dobbiamo cambiare la nostra percezione per cui, a parità di performance e funzionalità, un prodotto nuovo debba per forza essere migliore e superiore ad uno vecchio.

Circular economy

3. Omnichannel

Il concetto di "omnichannel", spesso associato all'ambito retail, si riferisce in realtà a un modello di business  trasversale che mette assieme diversi canali di fornitura, di vendita e di comunicazione, sia fisici sia virtuali, con l'obiettivo di migliorare la customer experience. Attraverso l'utilizzo di diversi canali quali location fisiche, web, social network, mobile app ecc., il consumatore è in costante contatto con l'azienda e con il prodotto/brand e, viceversa, l'azienda può entrare in contatto con il consumatore e raccogliere dati e informazioni relative alle abitudini di acquisto.

Questo ha un impatto non solo in termini di marketing ma anche sulla pianificazione della domanda e sulla gestione dell'intera supply chain.

4. Market Mediation

Negli ultimi anni abbiamo assistito all'emergere di nuovi modelli di business della cosiddetta "sharing economy" che, attraverso l'uso di applicazioni web o mobile app, facilitano transazioni di beni e servizi tra privati o altre aziende. Queste nuove imprese di fatto si pongono come mediatori tra domanda e offerta di mercato. Il successo di questi nuovi modelli dipende da alcuni fattori quali il drastico abbassamento delle barriere all'entrata in determinati settori, anche grazie all'ausilio delle nuove tecnologie (ad esempio, se un tassista doveva necessariamente sapere a memoria le strade di una città, ora, con uno smartphone, questa conoscenza è a disposizione di tutti), la praticità di accesso e la convenienza economica del servizio per il consumatore/utente finale.

5. Consumption-driven supply chain

Come anticipare cambiamenti nelle abitudini di consumo?
Ad esempio si assiste oggi a una tendenza dei consumatori a fare la spesa più frequentemente in piccoli supermercati sottocasa, piuttosto che una sola volta alla settimana in grandi centri commerciali. Questo nuovo trend può danneggiare le grosse catene che hanno investito in grandi infrastrutture. E' quindi importante conoscere il consumatore e seguire le sue abitudini di acquisto nel tempo.

Come capire se il consumatore usa effettivamente il prodotto/servizio nel modo in cui era stato pensato dall'azienda?

Entrambe queste informazioni possono essere a disposizione delle aziende grazie anche alle nuove tecnologie, come ad esempio l'Internet of Things. Attraverso dispositivi IoT inseriti all'interno dei prodotti o dei negozi, è possibile, da un lato, fornire istruzioni al consumatore sull'utilizzo corretto di un prodotto e, dall'altro, raccogliere informazioni sulle abitudini di consumo.
Avere a disposizione queste informazioni, attraverso i molteplici canali online e offline (il concetto è infatti strettamente collegato a quello di Omnichannel) avrà impatti notevoli sulla supply chain e sui processi operations e produttivi. Si passerà da una gestione tradizionale a una supply chain "consumption-driven" dove il vantaggio competitivo si baserà sulla capacità di rispondere in tempo reale alle esigenze dei consumatori, di pianificare in modo flessibile i flussi di approvigionamento, produzione e fornitura attraverso la collaborazione e la condivisione di informazioni tra i diversi nodi e attori della supply chain.

Janet Godsell Supply Chain Innovation HUB

Spunti interessanti che lasciano aperto il dibattito e che ci fanno intravedere un futuro dove tecnologie, persone, organizzazioni e processi verranno coinvolti in un processo di cambiamento che è appena incominciato.

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Veronica Peressotti

Tecnest

Re-thinking the role of supply-chains: incontro e dibattito con la prof.ssa Janet Godsell

28.09.2016 -Veronica Peressotti

Il 27 settembre 2016 abbiamo partecipato, in qualità di sponsor, ad un interessante incontro e dibattito sull'evoluzione del ruolo della supply chain in relazione ai nuovi trend di mercato, organizzato da SCM Portal all'interno dell'iniziativa Supply Chain Innovation HUB.

A condurre il dibattito la prof.ssa Janet Godsell dell'Università di Warwick, docente di Supply Chain e Operations Strategy, che ha proposto una brillante sintesi sui principali trend che stanno coinvolgendo il manifatturiero, la supply chain e il mondo economico in generale.

Janet GodsellJanet Godsell ha racchiuso questi aspetti in 5 parole chiave che sono state oggetto della presentazione e del dibattito tra i presenti:

  • Industry 4.0
  • Circular Economy
  • Omnichannel
  • Market Mediation
  • Consumption Driven Supply Chain.

Temi apparentemente diversi ma che in realtà, come ha sottolineato la prof.ssa Godsell, sono parte di uno stesso grande processo di cambiamento al quale stiamo assistendo e assisteremo nel prossimo futuro. Per questo, pur essendo aspetti distinti, non vanno esaminati separatamente ma affrontati in modo congiunto.

Cosa ci siamo portati a casa: i punti chiave

I temi toccati sono quindi stati molti ed è difficile riassumere il contenuto dell'intero dibattito. Possiamo però provare a riprendere i punti chiave segnati sul blocco degli appunti, riportando alcuni spunti e considerazioni emerse.

1. Industry 4.0

Nei dibattiti in corso sul tema dell'Industry 4.0 si tende a focalizzarsi sulle nuove tecnologie coinvolte in questo paradigma, in realtà per fare il salto verso la quarta rivoluzione industriale non serve solo la tecnologia ma bisogna ripensare i propri processi di business. Industry 4.0 è un nuovo paradigma dove l'innovazione tecnologica e l'innovazione nei processi generano, assieme, nuovi modelli di business per l'azienda manifatturiera e per il sistema economico in generale.

2. Circular Economy

Con questo termine generalmente si intende un sistema economico in cui i flussi di materiali, sia biologici sia tecnici, sono pensati per potersi autorigenerare e in cui i prodotti, i componenti e i materiali sono progettati con l'obiettivo di estendere il più possibile la loro durata o di poterli ricondizionare, riciclare e rigenerare, riducendo la produzione di rifiuti.
Anche in questo caso non si parla semplicemente di riciclo dei materiali ma di cambiare il modello di business delle imprese. Il vantaggio competitivo non dovrà più basarsi sul prodotto in sè, e quindi sulla sua sostituzione, ma sui servizi ad esso connessi.
Per fare questo è necessario anche un cambio di mentalità nel consumatore: dobbiamo cambiare la nostra percezione per cui, a parità di performance e funzionalità, un prodotto nuovo debba per forza essere migliore e superiore ad uno vecchio.

Circular economy

3. Omnichannel

Il concetto di "omnichannel", spesso associato all'ambito retail, si riferisce in realtà a un modello di business  trasversale che mette assieme diversi canali di fornitura, di vendita e di comunicazione, sia fisici sia virtuali, con l'obiettivo di migliorare la customer experience. Attraverso l'utilizzo di diversi canali quali location fisiche, web, social network, mobile app ecc., il consumatore è in costante contatto con l'azienda e con il prodotto/brand e, viceversa, l'azienda può entrare in contatto con il consumatore e raccogliere dati e informazioni relative alle abitudini di acquisto.

Questo ha un impatto non solo in termini di marketing ma anche sulla pianificazione della domanda e sulla gestione dell'intera supply chain.

4. Market Mediation

Negli ultimi anni abbiamo assistito all'emergere di nuovi modelli di business della cosiddetta "sharing economy" che, attraverso l'uso di applicazioni web o mobile app, facilitano transazioni di beni e servizi tra privati o altre aziende. Queste nuove imprese di fatto si pongono come mediatori tra domanda e offerta di mercato. Il successo di questi nuovi modelli dipende da alcuni fattori quali il drastico abbassamento delle barriere all'entrata in determinati settori, anche grazie all'ausilio delle nuove tecnologie (ad esempio, se un tassista doveva necessariamente sapere a memoria le strade di una città, ora, con uno smartphone, questa conoscenza è a disposizione di tutti), la praticità di accesso e la convenienza economica del servizio per il consumatore/utente finale.

5. Consumption-driven supply chain

Come anticipare cambiamenti nelle abitudini di consumo?
Ad esempio si assiste oggi a una tendenza dei consumatori a fare la spesa più frequentemente in piccoli supermercati sottocasa, piuttosto che una sola volta alla settimana in grandi centri commerciali. Questo nuovo trend può danneggiare le grosse catene che hanno investito in grandi infrastrutture. E' quindi importante conoscere il consumatore e seguire le sue abitudini di acquisto nel tempo.

Come capire se il consumatore usa effettivamente il prodotto/servizio nel modo in cui era stato pensato dall'azienda?

Entrambe queste informazioni possono essere a disposizione delle aziende grazie anche alle nuove tecnologie, come ad esempio l'Internet of Things. Attraverso dispositivi IoT inseriti all'interno dei prodotti o dei negozi, è possibile, da un lato, fornire istruzioni al consumatore sull'utilizzo corretto di un prodotto e, dall'altro, raccogliere informazioni sulle abitudini di consumo.
Avere a disposizione queste informazioni, attraverso i molteplici canali online e offline (il concetto è infatti strettamente collegato a quello di Omnichannel) avrà impatti notevoli sulla supply chain e sui processi operations e produttivi. Si passerà da una gestione tradizionale a una supply chain "consumption-driven" dove il vantaggio competitivo si baserà sulla capacità di rispondere in tempo reale alle esigenze dei consumatori, di pianificare in modo flessibile i flussi di approvigionamento, produzione e fornitura attraverso la collaborazione e la condivisione di informazioni tra i diversi nodi e attori della supply chain.

Janet Godsell Supply Chain Innovation HUB

Spunti interessanti che lasciano aperto il dibattito e che ci fanno intravedere un futuro dove tecnologie, persone, organizzazioni e processi verranno coinvolti in un processo di cambiamento che è appena incominciato.

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Veronica Peressotti

Tecnest

Innovazione Tecnologica e CSR ai 50 anni di CNA Udine

  • 24-09-2016

Il 24 settembre 2016, nell'ambito dei festeggiamenti per i 50 anni di CNA Udine, l'associazione Animaimpresa ha organizzato un incontro con gli studenti delle scuole superiori sui temi dell'Innovazione tecnologica e della Responsabilità Sociale d'Impresa.

Tra i relatori anche Fabio Pettarin che, nella sua doppia veste di presidente di Tecnest e di direttore d'orchestra, ha parlato della complementarietà tra uomini e macchine, tecnologia e arte, aspetti scientifici e umanistici.

Di seguito l'articolo di Andrea De Colle pubblicato su Il Friuli Business di ottobre 2016 che riassume i contenuti della mattinata.

Articolo il friuli Business Tecnest Animaimpresa ottobre 2016

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